La casa di Philip Roth a New York è in vendita

2023-01-05 15:26:51 By : Ms. Alice Zheng

140 metri quadri, due camere da letto: a Manhattan è sul mercato per oltre 3 milioni di dollari l'appartamento dove Roth ha scritto molti dei suoi capolavori

3,2 milioni di dollari per comprare l’appartamento di Philip Roth nell’Upper West Side: 140 metri quadri, due camere da letto, una per ogni estremità della casa, tre balconi, un soggiorno dalla pianta allungata, a pochi passi dal Museo Americano di Storia Naturale.

È la casa di uno scrittore in ogni angolo, con la cucina trasformata in cabina armadio e una doppia porta all’ingresso dell’appartamento per rendere l’ambiente più silenzioso.

In soggiorno c’è ancora la consunta Eames Chair in pelle nera su cui si sedeva per guardare la città, racconta il suo biografo Blake Bailey al Wall Street Journal, esattamente come l’autore del Lamento di Portnoy l’ha lasciata poco meno di un anno fa, quando è morto a 85 anni: “Le scarpe del signor Roth sono ancora accanto al letto” scrive il WSJ, “i suoi maglioni ben ripiegati nell’armadio e il suo spazzolino da denti nella sua tazza sul lavandino del bagno. Il Premio Pulitzer vinto nel 1998 per Pastorale Americana è esposto su uno dei suoi tavolini”, accanto alla scrivania alta per scrivere in piedi e alleviare il mal di schiena cronico di cui soffriva.

Philip Roth si è trasferito in questo condominio nel 1989, in un monolocale che usava soltanto come ufficio. Dopo il divorzio dalla moglie Claire Bloom, con cui abitava a qualche isolato di distanza, lascia New York per il Connecticut usando l’appartamento sulla 79esima strada come punto d’appoggio. Torna a New York nel 2004, dopo il successo della Trilogia Americana (Pastorale Americana, Macchia Umana e Ho sposato un Comunista), compra l’appartamento adiacente allo studio e lo trasforma in quella che sarà la sua casa fino al 2018.

Oggi che i muri sono in vendita (i cimeli no, molti libri di Roth e alcuni oggetti personali andranno alla Newark Public Library, per volontà dello stesso scrittore), è ancora lo spirito di Philip Roth a vivere tra le pareti e gli scaffali a tutta altezza pieni dei libri che ha amato.

Sui ripiani più bassi ci sono invece i libri di Roth, sul tavolino un Thesaurus, iconico dizionario dei sinonimo e contrari e, poco distante, un fax, usato da Philip Roth almeno fino al 2010, quando ha cominciato a servirsi delle mail.

C’è anche la cartina di Newark, la cittadina industriale del New Jersey in cui Philip Roth è cresciuto e in cui ha ambientato molti dei suoi romanzi, appesa a una parete del soggiorno e uno schizzo a matita della pianta del suo appartamento d'infanzia, al secondo piano di 81 Summit Avenue: attraversando le stanze dell’appartamento di Philip Roth a New York, come accade sfogliando le pagine di uno dei suoi tanti libri, non si capisce dove finisce l’autore e dove inizia Nathan Zuckerman o uno dei suoi molti altri alter ego, le cui vicende sono spesso ambientate dove lui stesso ha trascorso parti della sua vita, come in questo appartamento.

Per questo c'è chi trova l'open house di Philip Roth un atto voyeuristico, come Terena Bell, vicina di casa di Philip Roth, che sul Guardian scrive: “Domenica scorsa, ho visto i potenziali compratori entrare e uscire dall’edificio per tutto il pomeriggio. Se è vero che la gente ha comprensibilmente bisogno di vedere una proprietà prima di comprarla, Roth era un uomo riservato e penso che non avrebbe voluto che completi estranei controllassero le sue cose. A cosa serve conoscere le preferenze di igiene dentale dell’autore del Lamento di Portnoy? Sono affari di qualcuno?”