Stop ai motori termici nel 2035: si muovono Francia e Germania - alVolante.it

2023-01-05 16:09:00 By : Ms. Rachel Ma

A FAVORE DEL MADE IN EUROPE - La transizione elettrica dei trasporti è sempre più al centro di accordi, polemiche e iniziative importanti. La cornice è quella di una conferma allo stop alle vendite dei veicoli con emissioni locali di CO2 maggiori di zero, cosa che equivale al bando dei motori a scoppio al 2035 in Europa (qui la notizia) ma quel che accadrà fino a quella data è ancora tutto da stabilire, a parte l’obbligo di vendere solo automobili elettriche o a fuel cell. In questo quadro ancora nebuloso cominciano ad emergere delle tendenze, come quella che vede consolidarsi un movimento in difesa dell’industria del Vecchio Continente. Già quest’estate, per esempio, Corea del Sud e Unione Europea avevano protestato perché i nuovi incentivi USA discriminavano le automobili importate avvantaggiando quelle americane (qui per saperne di più). Più recente la presa di posizione di Carlos Tavares, ceo di Stellantis, che auspicava un aumento dei dazi sulle importazioni delle automobili cinesi, avvantaggiate rispetto alle esportazioni europee verso la Cina (qui la notizia).

ASSE FRANCO-TEDESCO? - Recentissima è invece una notizia riportata da Bloomberg, secondo la quale il presidente francese Emmanuel Macron pensa a misure per aiutare le case automobilistiche europee nella competizione con Stati Uniti e Cina nel settore delle automobili elettriche. Ma c’è di più: Macron starebbe anche cercando l’appoggio del cancelliere tedesco Olaf Scholz per questa sua iniziativa, in un riavvicinamento dopo che i 2 Paesi erano in dissenso sulle politiche di difesa ed energetiche. Parigi e Berlino concorderebbero quindi sul fatto che l'Unione Europea deve fare di più per promuovere le industrie nazionali. Dopo un incontro con Scholz a Parigi, Macron è stato intervistato da France 2 e ha detto che lui e il cancelliere tedesco stavano pensando di destinare gli incentivi della UE solo ai veicoli di fabbricazione Europea, in un contraltare alle misure statunitensi. Una fonte vicina al cancelliere tedesco ha poi confermato la vicinanza di Scholz a questa proposta.

CONTESTO BEN DIVERSO - Macron ha rimarcato il fatto che “Francia e Germania devono essere unite e rimediare ad un’eccessiva ‘apertura’ alle importazioni, perché molte delle nostre case automobilistiche vendevano molto in Cina e non volevano chiudersi quel mercato”. Il presidente francese ha inoltre ricordato che nel 2017 aveva proposto il Buy European Act per gli appalti pubblici (che agevolava le aziende la cui produzione era europea almeno al 50%) ma l'opposizione dei vertici europei aveva fatto naufragare l'idea. La situazione odierna è completamente diversa rispetto a quella di 5 anni fa, con pandemia, tensioni internazionali e crisi degli approvvigionamenti a indurre un certo allentamento sui regolamenti riguardo gli aiuti di Stato e la protezione delle aziende dalla concorrenza extraeuropea. Quest’idea franco-tedesca, corroborata dall’idea di Carlos Tavares che l’Euro 7 sarebbe un favore all’industria cinese (qui la notizia), dovrebbe però trovare l’appoggio degli altri paesi europei. Anche se ci fosse l’accordo nella UE, un’iniziativa del genere potrebbe suscitare ritorsioni e violare le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) che, secondo i coreani, sarebbero comunque state già infrante dall’iniziativa USA citata più sopra.

COSA SUCCEDERÀ NELLA UE? - In questo quadro, che eufemisticamente potremmo definire variegato, si inserisce un’idea del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Matteo Salvini, che ha testualmente twittato: “Auto a benzina, diesel e metano fuorilegge in Europa dal 2035? Un errore, un regalo alla Cina: fabbriche e negozi chiusi in Italia e in Europa, operai e artigiani senza lavoro e stipendio, e dipendenza a vita dalla Cina. La Lega in Europa farà di tutto per fermare questa follia”. La decisione di stoppare i motori termici al 2035 è il frutto di un accordo politico che dev’essere ratificato dal Consiglio e dal Parlamento europeo e quindi può essere modificata nelle discussioni che ci saranno a Bruxelles. La posizione del segretario della Lega sembra quindi chiara: cosa succederà nell’Europarlamento quando inizierà la discussione su questo tema cruciale?

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